Alla ricerca di cibo spontaneo: foraging a colazione


Photo: Carmela Pascale



Bentrovati amici !!!
Dopo qualche settimana di assenza, oggi ho deciso di scrivere un nuovo post. Siamo ormai in primavera inoltrata e la natura ci manifesta il suo pieno rigoglio.
Pertanto, ho approfittato per fare qualche passeggiata in campagna: immersa nel verde riesco sempre a ritrovare un contatto più profondo con me stessa. Per anni ho ignorato il potere terapeutico della natura e del contatto con la terra ed oggi mi sento di consigliare questo modus vivendi , dal quale si possono trarre solo vantaggi.
La comunità dei nature lovers è in continua espansione e proprio a tale proposito, voglio parlarvi di un argomento divenuto una vera tendenza.
L'effetto della crisi economica e di attenzione verso la salute, ha fatto riemergere una pratica antica che oggi si chiama foraging.
Tutto merito della nuova cucina nordica: oggi quando si parla di foraging s'intende l'andar per campi e boschi alla ricerca di erbe spontanee.
Nei ristoranti alla moda, negli agriturismi svedesi e nelle città americane, impazza il cibo ad impronta zero. Il cibo selvatico che raccogli tu stesso: a piedi o in bici per prati, boschi e campi a caccia di piante, fiori e bacche.
Ricordo che mia nonna spesso mi raccontava che era solita andare a raccogliere erbe alimentari che crescevano spontaneamente, per poi cucinarle o per fare delle fresche insalate, all'insegna di una cucina semplice ma molto salutare.
Si faceva per necessità, si faceva perché era normale cibarsi di ciò che la natura offriva in modo spontaneo.
Oggi fare foraging è cool  e scaturisce da una nuova coscienza dell'origine della materia prima, della sostenibilità e della biodiversità.
Fare foraging però non significa improvvisarsi nei boschi e raccogliere bacche velenose, né fermarsi nelle aiuole delle città e raccogliere le erbe alimentari: quelle sono tossiche, impregnate di smog, tanto quanto gli orti sui balconi e sulle terrazze di città come Roma o Milano.
Bisogna scegliere territori incontaminati e farsi insegnare da un esperto.
Anche andare per castagne in una domenica di ottobre, o raccogliere more ai bordi di un sentiero è foraging.
Ma ciò che conta è conoscere il mondo vegetale, i modi di utilizzo di prodotti spontanei, nonché le norme che regolano la raccolta per il benessere e la sicurezza sia personale che ambientale.
Fare foraging ci concede il privilegio di mangiare cibi purissimi e con elevati principi nutritivi.
Ma la raccolta non può essere mai improvvisata: occorrono studio, esperienza e rispetto nei confronti dell'ecosistema. E' importante non lasciare in giro rifiuti, non effettuare la  raccolta in riserve naturali e raccogliere solo quanto necessario, evitando di fare razzia spogliando il terreno.
In Italia questa pratica non è mai stata del tutto abbandonata: erbe selvatiche e fiori sono stati spesso fonte di sostentamento e base per infusi e distillati.
Ancora oggi, la raccolta a mano, è prevista per alcune prelibatezze, come tartufi e frutti di bosco, venduti a caro prezzo. Ma il foraging si riferisce soprattutto ad alimenti poco considerati.
Muschi, cortecce e licheni. La corteccia di betulla può essere utilizzata per preparare il pane, le bacche di rosa canina come ingrediente principe nelle tisane o i fiori di sambuco da friggere o trasformare in sciroppo.
Una ricetta facilissima è la marmellata di cinorrodi ( le bacche rosse che si trovano sulle piante selvatiche di rosa canina ), da accompagnare a formaggi o pietanze salate. Basta tagliare a metà le bacche, togliere i semi e pulire bene l'interno, cuocere con miele d'acacia e del succo di limone e frullare bene il tutto.

Anche alla tredicesima edizione di Taste, il salone di Pitti Immagine dedicato alle eccellenze enogastronomiche che si è chiusa il 12 marzo a Firenze, non si è parlato d'altro: alghe, erbe, arbusti, licheni, semi, resine, radici scelti nel rispetto dell'ambiente e della sicurezza alimentare, sono indicati come una preziosa risorsa in cucina.

Il prossimo 30 maggio uscirà il libro La Cuoca Selvatica, storie e ricette per portare la natura in tavola, scritto da Eleonora Matarrese, raccoglitrice appassionata, originaria della Puglia ma da anni residente in Brianza: residente in un bosco ma costantemente in viaggio per il mondo alla scoperta di fioriture nuove.
Ed ora invece è giunto il momento di scrivere la mia fresca e deliziosa ricetta, per una gustosa pausa pomeridiana o per colazione: la combinazione menta e cioccolato è il top !!!


Mini CheeseCake Pan di Stelle e Menta !!!
Ingredienti: per 6 persone
- 120 gr. di biscotti pan di stelle
- 80 gr. di burro
- 300 gr. di formaggio Philadelphia
- 2 cucchiai di zucchero a velo
- 1 cucchiaino di essenza di vaniglia
- 1 bicchierino di sciroppo di menta
Procedimento
Tritare grossolanamente i biscotti ed aggiungere ad essi il burro fuso. Nel frattempo inserire la carta forno negli stampi di una leccarda e versate l'impasto livellandolo. Mettere in frigo e rassodare per 30 minuti.
Preparare la crema lavorando in una ciotola la Philadelphia, lo zucchero a velo e l'essenza di vaniglia. Aggiungere successivamente lo sciroppo di menta e riprendere a lavorare fino ad ottenere una soffice crema. Riempire la sac à poche per farcire la base di biscotti e livellare la superficie.
Mettere in frigo e rassodare per almeno un'ora.
Sollevare, con la carta forno, i mini cheesecake e  decorare con un biscotto pan di stelle su ciascuno di essi. Adesso potete servire.

A presto

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